Mi sono sempre chiesta se il “mal d’Africa” fosse una leggenda, se quei profumi di terra bruciata e quei colori caldi che si perdono all’orizzonte potessero in qualche modo rimanere dentro di noi, in fondo chi ci è stato ne parla spesso. Mi chiedevo anche se a me avrebbe fatto lo stesso effetto, se mi sarei innamorata di una terra che nemmeno conoscevo. Non sapevo cosa aspettarmi, sono partita senza troppe aspettative ma con una grande curiosità…
Grazie alla nostra serie tv #BEWILD abbiamo passato venti giorni in Namibia e vorrei approfittare di questo piccolo spazio per condividere la mia esperienza.
Il “mal d’Africa” non è una leggenda, questo l’ho capito dopo pochi giorni dal nostro arrivo.
Abbiamo passato la prima settimana a Klein Barmen, un safari lodge dove abbiamo conosciuto delle persone splendide e dove per la prima volta mi sono approcciata a questa tipologia di caccia. Le mie emozioni erano contrastanti… in un certo senso ero euforica nel poter cacciare specie che fino a quel momento avevo visto solo in fotografia, d’altra parte mi sentivo piccola come una formica mentre camminavo in mezzo al bush e prevaleva quel senso di impotenza ma che ha reso quest’esperienza indimenticabile.
Quello che mi ha sempre spinta a provare cose nuove nella vita è proprio questo, la curiosità e la sfida contro me stessa.
Sono anche partita con la convinzione che non avrei cacciato certi animali, ma ahimè, mi sono trovata a dover cambiare idea… e da sola per giunta!
Come sapete non vi posso svelare nulla, dovete attendere la nuova stagione di #Bewild per saperne di più. Una cosa ve la posso dire però! Grazie a quest’esperienza ho una nuova “top 3” delle cacciate più belle della mia vita e sono sicura che sarà molto difficile scalare nuovamente questa classifica.
Dopo la settimana di caccia ci siamo spostati verso nord e abbiamo visitato l’Etosha National Park. Questo parco è caratterizzato da un’immensa depressione salina che rende codesto paesaggio unico nel suo genere. Abbiamo fotografato gli animali in uno scenario molto particolare, enormi distese di terra bianca, molto suggestivo. Devo però fare un appunto… sono felice di aver visitato il parco dopo la settimana di caccia, e non prima. Probabilmente se avessimo fatto il contrario non avrei premuto il grilletto nemmeno una volta. Pur essendo un parco con un’estensione complessiva di 22.000 kmq gli animali erano talmente abituati alla presenza dell’uomo e dei fuoristrada che non reagivano minimamente al nostro passaggio. Siamo riusciti ad assistere addirittura all’accoppiamento di due leoni a 60 metri dalla macchina. Con il senno di poi mi sono resa conto che noi cacciatori abbiamo la fortuna di poter conoscere i veri animali africani e che una foto scattata ad un animale in libertà vale più mille foto fatte in un parco.
Noi cacciatori abbiamo il privilegio di conoscere le vere abitudini di questi esseri viventi, il loro vero comportamento, che alla fine varia in funzione di una sola cosa, la sopravvivenza.
Da qui ci siamo spostati a Swakopmund, un villaggio di pescatori che si affaccia sull’oceano. E noi di #Bewild come potevamo non approfittare di questa occasione? Abbiamo pescato per ben due giorni dalla spiaggia! Il clima è cambiato completamente nel giro di 400 km, siamo passati da una temperatura che si aggirava intorno ai 35 gradi nelle ore più calde arrivando ai 15 gradi della costa. Il vento soffiava costantemente e avevamo addosso un paio di giacche ma i piedi restavano scalzi nell’acqua. Ma che ve lo dico a fare… quando i pesci abboccano al freddo non ci fai caso.
L’ultima tappa di questo meraviglioso viaggio è stato il deserto del Namib e Sossusvlei, un lago secco circondato da altissime dune di un color arancio infuocato. Ci stiamo ancora chiedendo come facciano animali come gli Oryx a sopravvivere in determinate circostanze. Si, durante il cammino verso Sossuslvei abbiamo incontrato un orice ed eravamo increduli di quello che i nostri occhi stavano osservando… è stato durante le prime luci dell’alba che vedemmo la sagoma di questo fantastico animale che risaliva la cresta di una duna. E’ durato talmente poco che è sembrato quasi un miraggio.
Ma questa è l’Africa.
Credo di aver ben impressi nella mente tutte le albe e tutti i tramonti, il profumo di quelle piante secche e spinose che rendono la carne degli animali cosi saporita e delicata, quei rumori di prima mattina e il senso di magia che si respira in ogni angolo di questa terra meravigliosa.
E’ solo un arrivederci, lo prometto.
Giulia Taboga